Quando si delinea l’immagine della Croazia nell’immaginario collettivo, la mente corre inevitabilmente alle sue coste frastagliate, bagnate da un Adriatico turchese, alle sue città storiche splendidamente conservate e, in tempi più recenti, ai grandi raduni di musica elettronica che attirano giovani da tutto il mondo. Questa è, senza dubbio, una parte significativa della sua offerta turistica. Tuttavia, al di fuori dei circuiti più battuti e lontano dai palcoscenici illuminati, esiste un calendario di eventi parallelo, intriso di tradizioni secolari, folklore bizzarro e un senso della comunità che sfida la modernità. Questi sono i festival in Croazia più autentici, manifestazioni che spesso affondano le radici in riti pagani, celebrazioni di eventi storici locali o semplici espressioni di un umorismo eccentrico. Esplorare queste ricorrenze significa accedere a uno strato più profondo e meno edulcorato della cultura croata, dove l’identità locale si esprime con orgoglio e, talvolta, in modi decisamente singolari.
Il rito che scaccia l’inverno: gli Zvončari del Carnevale di Rijeka
Sebbene il Carnevale di Rijeka (Fiume) sia in sé un evento di vasta portata, annoverato tra i più grandi d’Europa, la sua vera unicità non risiede tanto nella sfilata principale, quanto nelle figure che la precedono. Si tratta degli Zvončari (gli “uomini-campana”), un gruppo la cui tradizione è talmente importante da essere stata inserita nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Questi uomini, provenienti dai villaggi circostanti la città, incarnano un rito pagano antichissimo, precedente persino all’arrivo delle popolazioni slave. Il loro aspetto è impressionante: indossano pesanti pelli di pecora, portano sul capo maschere grottesche raffiguranti teste di animali con corna sporgenti e lingue rosse, e legato alla vita hanno un enorme campano di bronzo. Muovendosi in formazione, producono un suono assordante e ritmico, il cui scopo originario non era festeggiare, ma spaventare gli spiriti maligni dell’inverno, invocando la fertilità e il ritorno della primavera. Assistere alla loro marcia è un’esperienza quasi ipnotica, un tuffo in un’Europa ancestrale che sopravvive con tenacia nel cuore del Quarnero.
L’adrenalina della tradizione: la Trka na Prstenac di Barban
Mentre molti conoscono la famosa Sinjska Alka, la giostra cavalleresca di Sinj, pochi sanno che l’Istria vanta una competizione simile ma distinta: la Trka na Prstenac (Corsa all’Anello) che si tiene a Barban ogni terzo fine settimana di agosto. Questo torneo equestre, le cui origini documentate risalgono al 1696 e che è stato rivitalizzato con successo nel 1976, mette alla prova l’abilità e il coraggio dei cavalieri locali. I partecipanti, vestiti con costumi storici istriani, devono lanciare i loro cavalli al galoppo lungo una pista di 150 metri e, armati di lancia, centrare in soli tre secondi un piccolo bersaglio metallico chiamato prstenac. Questo anello è composto da due cerchi concentrici, suddivisi in quattro settori. A differenza dell’Alka, dove il bersaglio è fisso, qui la precisione richiesta è estrema. L’evento non è solo una gara, ma una celebrazione dell’identità istriana, un momento di aggregazione che mescola l’orgoglio storico alla tensione sportiva, il tutto accompagnato da sfilate in costume e musiche tradizionali.
La follia creativa: la Balinjerada di Opatija
Restando nella regione del Quarnero, ma spostandoci nella raffinata città di Opatija (Abbazia), si incontra una delle manifestazioni più eccentriche e divertenti del calendario croato. La Balinjerada è una gara di “auto” senza motore che si svolge lungo la discesa principale della città, solitamente durante il periodo di carnevale. La particolarità, che dà il nome all’evento, è che questi veicoli devono muoversi esclusivamente su balinjere, ovvero i cuscinetti a sfera. Questo festival in Croazia è il trionfo dell’ingegneria fai-da-te e dell’assurdità. I partecipanti non competono solo per la velocità, ma soprattutto per l’originalità. Si possono ammirare vasche da bagno trasformate in bolidi, letti d’ospedale motorizzati (a spinta), riproduzioni satiriche di personaggi politici e creazioni che sfidano ogni legge della fisica e del buon gusto. La Balinjerada è una discesa caotica, colorata e goliardica, dove l’obiettivo non è vincere, ma partecipare al divertimento collettivo, celebrando la creatività e una sana dose di follia.
L’eco dei pirati: la Gusarska Bitka di Omiš

Spostandosi a sud, nella Dalmazia centrale, la cittadina di Omiš (Almissa), situata scenograficamente alla foce del fiume Cetina, celebra un passato decisamente turbolento. Per secoli, Omiš è stata la temuta fortezza dei pirati Narentani, che controllavano il traffico marittimo nell’Adriatico e ingaggiavano frequenti battaglie, persino contro la potente Repubblica di Venezia. Per commemorare questa eredità, ogni anno, il 18 agosto, la città organizza la Gusarska Bitka (la Battaglia dei Pirati). Non si tratta di una semplice sfilata, ma di una rievocazione storica su larga scala che si svolge direttamente nelle acque del porto. Decine di figuranti in costume, a bordo di repliche delle tradizionali navi pirata (le sagittae) e di galeoni veneziani, mettono in scena un combattimento navale. L’aria si riempie del suono di spade che si incrociano, spari a salve di pistole e del rimbombo dei cannoni, offrendo uno spettacolo fragoroso e coinvolgente che riporta gli spettatori indietro nel XIII secolo.
La musica: le Saljske Užance e la Tovareća Mužika
Forse l’apice dell’unicità si raggiunge sull’isola di Dugi Otok (Isola Lunga), precisamente nel villaggio di Sali. Durante la festa patronale Saljske Užance, che si tiene ad agosto, ha luogo un evento difficilmente descrivibile: la Tovareća Mužika (la Musica degli Asini). È fondamentale chiarire che non si tratta di musica nel senso tradizionale del termine. È piuttosto una cacofonia rituale. Un gruppo di uomini del villaggio, armati di corni di varie dimensioni, conchiglie giganti (chiamate školjke) e strumenti a percussione improvvisati, sfila per le strade del paese, spesso nelle prime ore del mattino come sveglia per la popolazione, producendo un frastuono intenzionalmente sgraziato e assordante. Questa “orchestra” accompagna spesso un altro evento centrale della festa, la Trke Tovarov (la Corsa degli Asini), una gara caotica e imprevedibile dove la testardaggine degli animali è la vera protagonista. Questa tradizione, nata come forma di scherno e oggi diventata un simbolo dell’isola, rappresenta un umorismo surreale e una perfetta espressione dello spirito comunitario locale.
Questi sono solo alcuni esempi di come la Croazia riesca a preservare manifestazioni che si discostano radicalmente dal turismo di massa. Partecipare a questi eventi significa osservare non solo il folklore, ma l’anima di luoghi che hanno scelto di celebrare la propria storia, anche nei suoi aspetti più insoliti e rumorosi, con un’autenticità che rimane la loro più grande ricchezza.





