Quando si considera la Croazia come destinazione, l’immaginario collettivo corre immediatamente alle sue acque cristalline, alle città storiche ricche di fascino e a una notevole tradizione vitivinicola. Tuttavia, il panorama enogastronomico del paese riserva una sorpresa altrettanto meritevole di attenzione: una cultura della birra robusta e in piena evoluzione. Comprendere il mondo delle birre croate significa quindi esplorare un percorso che va dalla tradizione consolidata all’innovazione più vivace, offrendo una prospettiva diversa sull’ospitalità e sui sapori locali.
I pilastri della tradizione: le lager più diffuse
Per decenni, il consumo di birra in Croazia è stato dominato da due nomi principali, vere e proprie istituzioni che si contendono il primato nel cuore dei consumatori. La più diffusa è senza dubbio la Ožujsko pivo, prodotta a Zagabria e con una storia che risale al 1892. Comunemente chiamata “Žuja”, è la classica lager chiara (svijetlo pivo), leggera, rinfrescante e profondamente radicata nella cultura quotidiana, spesso associata a eventi sportivi e momenti di convivialità. Il suo storico concorrente è il Karlovačko pivo, prodotto nella città di Karlovac. Anch’essa una pale lager apprezzata per il suo gusto equilibrato e la sua qualità costante, ha saputo guadagnarsi una solida reputazione. Sebbene entrambi i marchi siano oggi parte di grandi gruppi internazionali, restano il punto di riferimento imprescindibile per chiunque si avvicini al panorama brassicolo del paese.
Oltre la chiara: specialità e birre scure

Limitare l’identità delle birre croate alle sole lager chiare sarebbe tuttavia riduttivo. La tradizione offre infatti esempi di stili diversi che godono di grande popolarità. Tra queste spicca la Tomislav, prodotta dallo stesso birrificio della Ožujsko, che detiene il primato di essere stata la prima birra scura (tamno pivo) ad alta gradazione prodotta nel paese. Con il suo sapore ricco, maltato e le note di caffè e caramello, la Tomislav rappresenta un’alternativa robusta, particolarmente apprezzata nei mesi più freddi. Esistono inoltre produzioni regionali di grande pregio, come la Velebitsko pivo, prodotta ai piedi delle montagne del Velebit. Grazie all’utilizzo di acqua di fonte purissima, questa birra ha conquistato un seguito di appassionati per il suo carattere distintivo, mantenendo un profilo più indipendente rispetto ai colossi industriali.
La rivoluzione artigianale: una nuova era per il luppolo
La trasformazione più entusiasmante del settore è avvenuta nell’ultimo decennio, con l’esplosione del movimento della birra artigianale. Partito in sordina grazie a pochi pionieri visionari, questo fenomeno ha introdotto nel mercato croato stili fino ad allora poco conosciuti, come le India Pale Ale (IPA), le Stout e le Porter. Birrifici come Zmajska Pivovara (Il Birrificio del Drago) di Zagabria sono spesso citati tra i catalizzatori di questa rivoluzione, ottenendo riconoscimenti anche internazionali per la qualità e l’innovazione delle loro produzioni. Questa nuova ondata non si è fermata alla capitale; regioni come l’Istria, ad esempio, sono diventate un terreno fertile per la sperimentazione. Microbirrifici locali, come San Servolo nei pressi di Buie o Bura Brew a Parenzo, stanno dimostrando come sia possibile creare prodotti di carattere, spesso valorizzando ingredienti locali e interpretando stili internazionali con una sensibilità mediterranea.





